Personal Branding: 10 errori che non devi commettere

Come fare Personal Branding

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Quante volte hai sentito dire oggi siamo tutti dei brand? E, ogni volta, cosa ti passa per la testa? Inorridisci all’idea, fatichi a capire, credi sia vero, credi sia una cazzata? Qualsiasi siano i tuoi pensieri a riguardo, fermati un attimo e ascolta cos’ho da dirti. Potrebbe tornarti utile se sei alla ricerca di un lavoro, se vuoi raggiungere nuovi clienti, se vuoi fidelizzare i clienti acquisiti, se sei alla ricerca di inedite opportunità, se vuoi trasformare la tua passione in una professione, se vuoi aumentare il fatturato del tuo business.

Prima di addentrarci nella questione, ti faccio una premessa, senza alcun giro di parole. Nell’affermazione (vera) che oggi tutti siamo dei brand io non ci vedo nulla di male, di dannoso o di snaturante. Tutt’altro, ci colgo delle imperdibili opportunità: quella di raccontarci, quella di comunicare chi siamo, quella di dimostrare quel che sappiamo fare, quella di urlare io esisto, posso fare questo per te e posso farlo anche molto bene, riservandoti utilità e regalandoti emozioni. Unica accortezza? Il Personal (o Coporate) Branding devi saperlo fare.

Ma cominciamo dal principio.

Cos’è il brand?

Il brand (o marca) è il nome, il simbolo, il disegno (o la combinazione di questi elementi) che hanno il compito di identificare un prodotto o un servizio, di favorirne il riconoscimento e il ricordo e di differenziarlo rispetto all’offerta della concorrenza (la definizione madre è quella di Philip Kotler, indiscusso guru del marketing).

Fin qui tutto più o meno facile, vero? Ma così non è, in particolare dopo che l’evoluzione dei mercati, della società e delle abitudini di consumo, di acquisto, di informazione e di comunicazione contemporanee hanno reso il brand qualcosa di ancor più complesso, una sorta di caleidoscopio colorato e multisfaccettato. Il brand è oggi l’insieme dei valori, della storia, dei principi, delle promesse, dei messaggi, degli aspetti distintivi, delle informazioni e delle emozioni che comunica al suo pubblico di riferimento e delle relazioni che instaura con questo.

Il brand include, dunque, una molteplicità di elementi:

  • la brand identity, l’identità di marca, quello che la marca è, i suoi valori , i suoi principi, la sua storia, le sue caratteristiche;
  • la brand image, quello che i clienti percepiscono dell’identità del brand, il modo in cui la vedono;
  • la brand awareness, ovvero la notorietà del brand;
  • la brand essence, l’essenza del brand, la sua promessa;
  • la brand recognition, il riconoscimento di marca, ovvero la capacità dei clienti o potenziali tali di riconocere il brand e di ricollegarlo al prodotto o al servizio che offre;
  • il brand positioning, il posizionamento di marca, il posto che il brand occupa nella mente dei consumatori in un modo tale da rendersi facilmente identificabile e distintivo rispetto ai competitors;
  • la USP, la Unique Selling Proposition, ovvero l’Argomentazione Unica di Vendita (concetto teorizzato negli anni Quaranta da Rosser Reeves) che sta ad indicare la caratteristica distintiva, il beneficio unico che il brand può offrire ai suoi clienti;
  • la brand experience, l’esperienza che la marca ti permette di vivere grazie all’impiego dei suoi prodotti o servizi;
  • la brand loyalty, ovvero la fedeltà alla marca manifestata dai clienti acquisiti.

 

Personal Brand

Cosa significa (saper fare) Personal Branding (o Corporate Branding)

Saper fare Personal Branding (o Corporate Branding) vuol dire gestire il brand (brand management) in modo che ne aumenti il valore percepito da parte del pubblico e che, di conseguenza, aumenti anche il patrimonio del brand, la brand equity (ovvero il valore di marca quando è in fase di attività).

In particolare, fare branding significa mettere in atto un lungo e quotidiano processo volto a:

  • costruire la brand reputation, ovvero la reputazione del brand, che deve dimostrarsi un brand autorevole, onesto, capace e trasparente;
  • favorire la brand awareness, la conoscenza e la notorietà del brand, così da raggiungere un bacino sempre più ampio di persone potenzialmente interessate all’offerta e da acquisire nuovi clienti;
  • sedimentare la brand loyalty, la fedeltà dei clienti che ci hanno già scelto, preziosa fonte di guadagno diretto (con i loro acquisti) e indiretto (grazie alla promozione gratuita e disinteressata che con buona probabilità attiveranno).

Capirai bene, dunque, che gestire un brand è cosa piuttosto complessa:

  • bisogna identificare e conoscere approfonditamente l’identità del brand e l’immagine percepita all’esterno e fare in modo che le due corrispondano;
  • è necessario conoscere il settore e il mercato in cui opera, i competitors e il target di riferimento, così da aver consapevolezza dei rischi che può correre e delle opportunità che può sfruttare;
  • occorre comunicare il giusto messaggio alle giuste persone nel momento più adatto;
  • è importante saper affrontare le crisi ed esser pronti a farlo nel caso in cui si presentino;
  • è fondamentale mantenere costante e coerente la propria identità, in tutte le scelte manageriali e in ogni mezzo di comunicazione o messaggio veicolato.

Ti consiglio di leggere: Come e perché parlare (efficacemente) con i tuoi lettori/clienti.

I 10 errori che non devi commettere quando fai Personal Branding

Cosa non devi assolutamente fare se vuoi gestire correttamente il tuo Personal (o Corporate) Brand? Quali sono gli errori più comuni in cui è possibile incappare e cadere quando si fa personal branding? Eccoli:

#1. La tua identità e la tua immagine sono distanti tra loro

Intanto chiariamo una cosa. L’identità attiene alla tua sfera intima e privata mentre l’immagine a quella esterna, al modo in cui tu e la tua identità siete percepiti dal pubblico di riferimento. Quanto più tra le due vi è corrispondenza, tanto più le tue azioni di branding, di marketing e di comunicazione sono efficaci. Il tuo compito è di raccontare chi sei realmente e di fare in modo che le persone si affezionino a te per quel che hai loro da offrire, non solo da un punto di vista materiale ma soprattutto esperienziale.

Ti consiglio di leggere: La tua Storia, la tua opportunità.

#2. La tua comunicazione è incoerente

Fondamentale è che la tua comunicazione sia coerente con la tua brand identity, con i tuoi core values, con il messaggio che intendi trasmettere, con l’offerta che proponi. Altrettanto importante è che tutti gli strumenti di comunicazione che utilizzi veicolino il medesimo messaggio e lo facciano attraverso tono di voce, linguaggio, immagini e contenuti coerenti tra loro. Fondamentale, dunque, è coordinare tutti gli aspetti della tua comunicazione.

Ti consiglio di leggere: I 10 mantra della comunicazione nel Web [+ Infografica].

#3. Non hai elaborato una strategia di comunicazione

Questo è un aspetto fortemente legato a quello precedente. Se non hai elaborato una strategia di comunicazione che ti fornisca le linee guida da seguire, gli obiettivi che vuoi raggiungere, i mezzi che hai a disposizione e le tecniche con cui sfruttarne i vantaggi, come puoi comunicare con efficacia? Come puoi raccontarti con coerenza? Come puoi promuoverti con successo?

#4. I tuoi contenuti sono vaghi e teorici

Quando comunichi e ti racconti devi essere pratico e concreto. Questo vuol dire che devi dimostrare chi sei e cosa sai fare, devi dar prova delle tue abilità e delle tue competenze. Le parole devono sempre esser supportate dai fatti, se davvero vuoi che le persone credano in te e ti donino la loro fiducia.

Ti consiglio di leggere: Content Marketing – Come scrivere un contenuto di valore in 15 step [+ Infografica].

#5. Non comunichi

E’ questo un errore tanto grave quanto frequente. Molti brand credono che comunicare equivalga a lanciare un messaggio e a lasciarlo vagare, solo e incustodito, in giro per i vari mezzi di comunicazione. Nulla di più sbagliato. Comunicare vuol dire esserci, vuol dire essere presente, mettersi in gioco, dialogare, parlare, riferirsi ad un interlocutore-persona e fare in modo che abbia voglia di interagire con noi, di aprirsi, di raccontarsi. Comunicare è un verbo di origine latina, proviene da communico, lego insieme. Non lo scordare!

Ti consiglio di leggere:

#6. Non costruisci relazioni

Co(m)municare, come ti dicevo, significa legare insieme. Ovvero costruire relazioni. Sono queste il tuo tesoro più prezioso su cui poter fare sempre affidamento. Non mi addentro oltre nella questione perché ne ho discusso doviziosamente in questi due post, che ti consiglio di leggere:

#7. Sei troppo concentrato su te stesso

Se sei concentrato esclusivamente o in modo eccessivo su te stesso, sicuramente finisci per perdere di vista il tuo interlocutore, le sue esigenze, le sue necessità, i suoi desideri. Sarai un sordo oratore delle proprie capacità. E come ci si può fidare di chi si mette in bella mostra senza esser disposto ad ascoltarci e a considerare i nostri bisogni?

#8. Non hai fiducia in te stesso

Questo errore è l’esatto contrario di quello precedente. Se tu sei il primo a non aver fiducia in te stesso, come potranno averne i tuoi clienti o i tuoi potenziali clienti? Sii convinto di te stesso e delle tue capacità, dimostrale e sii positivo. E’ così che le persone si affezioneranno a te.

#9. Sei impostato e noioso

Chi ama le persone impostate e noiose? Tu sei un brand, vero, ma sei (anche) una persona. Persona e brand nei mercati di oggi sono la medesima cosa. Se ti racconterai senza personalità, senza un pizzico di brio, senza coinvolgere attivamente il tuo target, finirai per essere abbandonato anche da chi a te era legato.

#10. Non ascolti e non misuri

Ascoltare il tuo pubblico, misurare le azioni di marketing e di comunicazione che hai intrapreso, interpretare i dati, le parole, i risultati, è per te di vitale importanza perché ti permette di raccogliere informazioni preziose, di conoscere più approfonditamente il tuo target e di capire cosa desidera. Insomma, è questa la chiave per migliorare costantemente la tua brand reputation.

Raccontami la tua e iscriviti alla newsletter

Fin qui la mia esperienza. E la tua in fatto di Personal Branding qual è? Quali sono gli errori più comuni che fanno i brand nella gestione della loro reputazione? Quali accortezze è necessario adottare? Raccontami la tua nei commenti e poi (se ancora non lo hai fatto) iscriviti alla mia newsletter-amica. Ti aspetto! 🙂

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