E chi lo avrebbe mai detto fino a qualche tempo fa che per parenti e amici un giorno sarei diventata quell’essere incompreso che ha tanto di strano e di bizzarro? Già, perché pare proprio che io soffra di una nuova (e ancora poco conosciuta) patologia maniacale, definita come web-dipendenza compulsivo-ossessiva!
Ne hai mai sentito parlare? I sintomi pare siano rintracciabili nella dipendenza ostinata dal pc, nell’affezione incontrollata allo smartphone, nelle indomabili isterie dovute ad assenza di connessione, nello sguardo assorto e perso nel vuoto insieme alle invane parole di chi ti ha accanto.
Ma poi, questo strano essere che ci farà tutto questo tempo davanti al computer? Eh, bella domanda! Come si spiega a chi non è nel settore cosa fa concretamente e quotidianamente un web writer, un blogger o un social media manager?
Immagina di essere ad una rimpatriata con i vecchi compagni di classe, in cui (come capita sempre) a turno ognuno racconta di sè e di cosa si occupa. Tu sei lì, pronto a urlare con tutto il tuo entusiasmo: sono un web writer, sono un web strategyst, sono un social media manager, ma sei già consapevole che, tra sguardi perplessi, la domanda successiva sarà: Sì, ma concretamente cosa fai?
E allora, nell’eventualità che durante le vacanze estive i miei vecchi compagni di classe decidano di organizzare una bella rimpatriata, ho pensato di scrivere nero su bianco, una volta per tutte, in cosa consiste il lavoro del web writer, del blogger e del social media coso e lo faccio prendendo spunto da quello che mi è accaduto proprio un paio di giorni fa. Lo spiego nel modo in cui ho provato a farlo con mia nonna, sì quella stessa che (chi mi segue su Facebook lo sa) pensa io sia “una giovane donna spettinata, arruffata e scapigliata”! 🙂
La verità è che io la adoro e lei adora me ed è per questo che si interessa della mia professione anche se per lei il web è un universo davvero tanto lontano e non facile da comprendere. Perciò, se sono riuscita a farmi capire da lei, non vedo perché non debbano finalmente riuscire a comprenderlo anche i tuoi compagni, i tuoi parenti ed amici!
Prova a dirlo così, allora, come io l’ho raccontato a mia nonna:
Indice dei contenuti
- 1 #1. Studio, studio e ancora studio
- 2 #2. Scrivo per il mio blog e per i miei lettori
- 3 #3. Mi prendo cura dei miei lettori
- 4 #4. Esercito l’arte della condivisione
- 5 #5. Rinnovo e propongo stimolanti novità
- 6 #6. Preventivi, telefonate, sedute psicologiche
- 7 #7. Elaboro strategie, scrivo, condivido, gestisco
- 8 #8. Faccio network
- 9 Raccontami la tua
#1. Studio, studio e ancora studio
Ok nonna, immagina il web come una mega biblioteca di libri che ogni giorno si aggiorna e ne introduce di nuovi, sempre più interessanti, alcuni utili altri meno, ma quali lo siano lo scoprirai solo dopo averli letti tutti.
Ecco, io ogni giorno devo andare alla ricerca di quei libri nuovi, devo cercare di stare al passo di quei ritmi forsennati che solo l’innovazione continua è in grado di sostenere (o per lo meno ho il compito di provarci!). E allora studio, studio ogni giorno, mi tengo aggiornata, imparo nuove cose quotidianamente e rinnovo le conoscenze già sedimentate. Già, nonna, gli anni passano ma continuo ancora a cullare con dedizione lo studente che è in me.
#2. Scrivo per il mio blog e per i miei lettori
Ora, nonna, immagina il mio blog come uno di quei lunghissimi libri che non si finiscono mai di scrivere nè di leggere, un libro in continua evoluzione insomma, una sorta di gigantesca enciclopedia.
Ecco, ogni settimana nel mio blog nuove pagine si aggiungono a quelle vecchie, nuove conoscenze non solo arricchiscono me e completano le mie competenze, ma anche offrono utilità e vantaggi ai miei interessati lettori, che è proprio per questa ragione che continuano a seguirmi.
#3. Mi prendo cura dei miei lettori
Ogni giorno. Ogni giorno, cara nonna, devo (e voglio, soprattutto) prendermi cura dei miei lettori, con interesse e dedizione: li ascolto con molta attenzione, osservo i loro comportamenti, le loro reazioni, le loro esigenze, i loro interessi, cerco si trarne spunti e insegnamenti e li ringrazio con una gratitudine che è reale e sincera.
Un po’ come fa il paziente bibliotecario appassionato e dedito al suo lavoro, insomma!
#4. Esercito l’arte della condivisione
Sai nonna, un libro che nessuno legge è un libro solo, è come se non fosse mai esistito. Affinchè gli altri si accorgano della sua esistenza, lo scrittore dovrà renderlo pubblico, impegnarsi a convincere i lettori che la sua creazione ha davvero qualcosa di speciale.
Lo stesso principio vale per me! Ed allora la condivisione diventa un’arte da esercitare con tecnica e cura, perché è quella che farà conoscere me e il mio blog. Non solo, condivido anche il sapere che altri esperti scrittori mi insegnano ogni giorno. Perché? Le ragioni sono due: la prima è che in questo modo posso offrire ai miei lettori ulteriore valore, ovvero la possibilità di imparare quotidianamente qualcosa di nuovo e di utile, e la seconda è che così posso dimostrare la continua evoluzione delle mie competenze.
#5. Rinnovo e propongo stimolanti novità
Sai nonna, dopo un certo periodo di tempo i libri necessitano di essere rieditati, rivisti con nuovi contenuti, aggiornati con dati più freschi e attuali.
Così, anche il mio blog di tanto in tanto ha bisogno di essere rinnovato e i miei lettori hanno voglia di esser stimolati con nuove iniziative che siano sempre interessanti e coinvolgenti.
A proposito, prossimamente il blog si arricchirà di una bella novità che coinvolgerà anche te, perciò stay tuned! 🙂
#6. Preventivi, telefonate, sedute psicologiche
In effetti, nonna, gli scrittori scrivono anche per guadagnarsi da vivere. E’ il loro lavoro! Così, si mettono nei panni dei loro lettori e danno voce e parole ai loro pensieri e alle loro emozioni.
E allora anche per me arriva la parte dei preventivi, delle telefonate, delle email, dei contatti con i clienti e dell’interpretazione ermeneutica delle loro esigenze. Non solo, parte del mio lavoro consiste nel spiegare loro a cosa serve una buona strategia di content marketing, qual è l’utilità di una social media strategy, perché aprire un blog ed anche per quali ragioni tutto questo richiede competenza e professionalità.
#7. Elaboro strategie, scrivo, condivido, gestisco
Un po’ come fa lo scrittore con il suo libro, gioco con la tecnica e con la creatività, con il sapere e con l’ispirazione, sfrutto i miei studi e butto in campo l’istinto.
Così, dopo aver capito cosa desidera un cliente, stabilisco un obiettivo ed elaboro una strategia per raggiungerlo: scrivo, pubblico, condivido, monitoro, ascolto, rispondo, gestisco. Insomma, faccio una gran quantità di cose che richiedono una gran quantità di tempo!
#8. Faccio network
Nonna, ma tu lo sapevi che uno scrittore per farsi conoscere ed apprezzare dal suo pubblico deve essere attivo e presente? Significa che deve partecipare alle presentazioni dei suoi libri, agli eventi pubblici che lo riguardano, alle cerimonie di premiazione e deve anche intrattenere rapporti con altri scrittori, editori e personaggi influenti. Insomma, il suo compito (importante) è anche quello di dedicarsi alle pubbliche relazioni.
Ecco, per me non cambia molto: anch’io intesso la mia rete di conoscenze. Scelgo quali esperti del settore seguire, magari perché più vicini al mio modo di vedere e di agire o perché possono insegnarmi qualcosa di realmente utile, mi prendo cura dei miei lettori, come ti dicevo, dimostro loro le mie competenze, ma anche racconto la mia quotidianità, i miei pensieri, le mie emozioni, intrattengo rapporti con i miei clienti e cerco di conquistarne di nuovi. Sai, a noi strani esseri del web piace tanto parlare di Personal Branding.
Raccontami la tua
Indovina un po’? Da qualche giorno a questa parte niente più perplessi “si ma..” sulla bocca della mia adorata nonnina quando parliamo di lavoro e di futuro.
Ora, però, tocca a te raccontarmi la tua esperienza!
Quante volte ti sei trovato nella situazione di dover spiegare qual è il tuo lavoro e di non riuscire a trovare il modo giusto per farlo senza ricorrere a difficili tecnicismi che ti fanno apparire solo più bizzarro e stravagante?
24 Luglio 2014, 8:54
Parlare con i miei nonni di internet è come raccontargli cosa fa un astronauta…. troppo complicato, troppo incomprensibile..cos’è internet? E’ una cosa necessaria? Tutte domande del genere che ti fanno desistere dal raccontargli cosa fai. E’ meglio dire “nonna, faccio pubblicità”, almeno sono certa che in qualche modo capiscono qualcosa. 🙂
Ma sai che c’è? Io trovo difficoltà anche con gli amici. Dire che ho un blog, che lavoro da casa, che mi occupo di web marketing…non è così facile spiegare quanto lavoro c’è dietro tutto ciò. “Mah si, secondo me dovresti trovarti un posto fisso”, “devi fare un master in marketing altrimenti come fai a trovare lavoro?”, “oggi hai lavorato? Ma se sei stata tutto il giorno davanti al pc!”… domande di questo tipo non mi buttano giù, al contrario mi fanno riflettere… se da un lato la maggior parte delle persone non si rende conto di quanto stimolante, entusiasmante e impegnativo sia il nostro lavoro, ce ne sono altrettanti che sanno quanto dura sia. Internet è un universo che non tutti conoscono e scoprire che ci sono tantissime persone che svolgono il tuo stesso lavoro ed hanno tuoi interessi, è fantastico.
Mi rifugio su G+ per trovare spunti e stimoli … mi rifugio su Linkedin per trovare persone e imprenditori che possano essere interessati alla mia attività… mi rifugio su Pinterest per emozionarmi ad ogni immagine… mi rifugio su Twitter per cinguettare con chi mi segue…
E tutto questo insieme di cose dà vita ad una realtà che non potresti mai trovare in un ufficio in mezzo alle scartoffie, secondo me.
….ho scritto un sacco, eheh 🙂 Ma grazie per questo tuo post così interessante 🙂
24 Luglio 2014, 14:52
Ciao Martina!
Hai scritto un altro post, praticamente! 🙂
Diciamo che il tempo e la perseveranza aiutano: amici, parenti e conoscenti oggi proprio non riescono a capirti, domani andrà già meglio!
Oggi ti chiedono “sì, ma praticamente come funziona?”, domani avranno imparato qualcosa dalle tue risposte e domani ancora pianterai un altro seme e così via. Cominceranno, così, a prender coscienza del tuo lavoro e di quanta fatica ci sia dietro. Intanto, armiamoci di pazienza! 🙂
Grazie per il tuo contributo! 🙂
Al prossimo post,
Ludovica
24 Luglio 2014, 10:12
Grazie per questo post divertente e al tempo stesso interessante! 🙂
Purtroppo devo ammettere che per me la cosa si fa più difficile dal momento che devo spiegare tutta sta roba anche ad amici e persino ai miei genitori!
24 Luglio 2014, 14:45
Ciao Manuela! 🙂
Ci siamo passati tutti noi “webbettari” e continuiamo a capitarci. Se spesso è difficile far capire ai brand stessi la reale importanza del content marketing, figuriamoci ai non addicted. Ti dirò, però, che io sono fiduciosa! 🙂
Ti ringrazio per il tuo contributo.
A presto,
Ludovica
24 Luglio 2014, 15:59
Cara Ludo,
io ti devo ringraziare: hai dato voce alla nostra incapacità di spiegare la ragione per la quale stiamo seduti ore ed ore a tamburellare le dita su una tastiera, vittime di quella “web-dipendenza compulsivo-ossessiva” che hai saputo spiegare alla grande!
La prossima volta che mi sentirò rivolgere la solita domanda “Ma tu, esattamente, cos’è che fai?”, prenderò un paio di minuti, aprirò il tuo post e senza nemmeno parlare, lo farò semplicemente leggere a quella persona! 😉
A presto Ludo! 🙂
24 Luglio 2014, 17:26
Ahahahah Vai Ale, stalkerizzami pure il post! 🙂
Lo so che la situazione che ho descritto è comune a molti di noi, ma credo anche anche che la pazienza sia la virtù dei forti. Andrà meglio in futuro! 🙂
Un abbraccio
24 Luglio 2014, 16:02
Ahah mi ha fatto molto sorridere l’immagine della nonna 🙂
Comunque condivido i tuoi pensieri, soprattutto quando dicono “ma perché non ti trovi un lavoro? Perché non fai domande alle poste?”
Ma è così difficile capire che abbiamo scelto di fare qualcosa che ci piace, piuttosto che stare 8 ore al giorno a fare un ipotetico lavoro che non ci gratifichi?
Comunque gran bel post! 😉
24 Luglio 2014, 17:32
Ciao Marko! 😀
Quella del posto fisso è una gran bella rottura, a dirla tutta!
Campeggia ancora l’idea che sia proprio il posto fisso ti salva la vita, senza capire che a salvartela per davvero è la capacità di trovare la propria strada, la possibilità di scegliere di fare ciò che ti piace e realizzarti in questo.
Grazie mille per il tuo contributo e per il complimento! 🙂
A presto,
Ludovica
24 Luglio 2014, 18:59
24 Luglio 2014, 20:51
ludovica grazie per il post, si vedono tante sciocchezze nel web e in quanto tali non sono all’altezza giusta. Codivido il libro è una bella idea, ma non tutti si possono permettere un blog quindi credo sia un privilegio del 2000. Se molli non ti conosco quindi addio e alla prossima verità nascosta!!
24 Luglio 2014, 21:23
Ciao Alessandro!
Grazie a te per il tuo contributo. 🙂
Perché pensi che un blog sia oggi un privilegio per pochi?
24 Luglio 2014, 22:53
non so per lavoro? Se hai voglia di fare soldi con i blog esistono persone come te che ne scrivono uno per esempio!
27 Luglio 2014, 11:51
Ciao Alessandro!
Credo dipenda anche dal motivo per cui vuoi aprire un blog e dall’obiettivo che ti poni.
A presto,
Ludovica
30 Luglio 2014, 10:39
grazie Ludovica per avere spiegato con semplicità uno dei perché incompresi da tanti: il tempo trascorso di fronte a un pc…
Non sono vittima della dipendenza compulsiva cui accenna Alessandra ma so, sappiamo, che anche blog e progetti digitali hanno bisogno di cure per crescere.
E qualsiasi cura richiede tempo, dedizione, coraggio…
30 Luglio 2014, 12:33
Quanto hai ragione, Gloria!
Tempo, dedizione e coraggio è quanto di prezioso si nasconde dietro le ora trascorse davanti ad un pc…
E spiegare questo spesso è difficile!
Grazie per il tuo contributo. 🙂
Un abbraccio,
Ludovica
11 Settembre 2014, 8:23
26 Settembre 2014, 9:51
4 Dicembre 2014, 10:53
10 Aprile 2015, 8:52