Sto per azionare la macchina del tempo: pronto a fare un salto indietro di qualche anno? Andiamo! 🙂
Sono cresciuta in simbiosi (letteralmente) con mio fratello Emanuele, più piccolo di me di appena 12 mesi. Eravamo solo io e lui prima che arrivassero gli altri tre ostinati combattenti a sconvolgerci la vita, già allora alquanto movimentata! Un ometto e una donnina, piccoli e con tanta voglia di divertirsi, imparare, scoprire il mondo, così diversi eppure indispensabili l’uno all’altro. In effetti facevamo proprio tutto insieme: mangiavamo, dormivano e giocavamo. Già, un ometto e una donnina che insieme riuscivano a giocare anche per ore! Com’è possibile? Avevamo un infallibile trucchetto: considerazione, rispetto, cura. Così accadeva che lui mi teneva contenta quando io volevo giocare al mercatino della frutta (ne avevo uno pazzesco, con tanto di grandi e colorati frutti, cestini, cartellini con i prezzi e buoni sconto) o quando avevo voglia di fingere che fossimo a scuola (avevamo ognuno il suo banco-scuola con agende, penne, pennine e colori). Poi era il suo turno: giocavamo con le auto telecomandate, facevamo a gara a chi lanciava più lontano le macchinine ormai ammaccate in ogni dove e ci azzardavamo anche in scalmanate partitelle di calcio. Sì, alle volte ero un calciatore in gonnella, ma mi divertivo tanto a far goal! 🙂
Insomma, la soluzione per non fare i capricci, ma divertici e crescere insieme l’avevamo trovata: avevamo capito che dovevamo accettare la diversità e rispettare le reciproche esigenze, riuscendo a comprenderci e scovando sempre nuove soluzioni per ridere ogni giorno di più. Diversi eppure così uniti, l’uno capace di prendersi cura dell’altro, l’altro indispensabile alla felicità dell’uno. Anni indimenticabili! 🙂
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Ci ripenso oggi e ne ricavo una preziosa lezione
Ogni volta che ripenso a quegli anni complici e al modo di gestire il nostro rapporto, mi torna alla mente una lezione fondamentale anche nell’ambito lavorativo: il rispetto e la comprensione, l’empatia e la fiducia, la consapevolezza della reciproca necessità sono indispensabili per far funzionare un progetto, per ricavarne gratificazione e soddisfazione, per lasciarsi coinvolgere da stimoli sempre nuovi.
Così ripenso alla mia condizione di professionista del Web e al rapporto che, di progetto in progetto, mi lega ad un brand. E ripenso a quella reciproca necessità: un brand ha bisogno di professionisti capaci prima di capire realmente e di amare la sua Storia, poi di raccontarla al pubblico portandone alla luce pregi e caratteristiche, senza tuttavia voler nascondere eventuali difetti ed errori con mezzucci che i clienti (ormai avveduti) sgamano 2 secondi dopo. Allo stesso modo, il professionista ha bisogno del brand per mettersi alla prova, crescere ed evolvere insieme a lui, appassionarsi alla sua Storia, raggiungere importanti risultati, sentirsi soddisfatto e, ancor di più, sentirsi un professionista vivo.
Alle volte le visioni possono divergere, le strategie incontrare resistenze da un lato oppure dall’altro, ma se l’obiettivo è il medesimo, se la fiducia e l’empatia hanno saputo farsi strada, anche le diversità rusciranno a trovare il loro incastro perfetto, a vantaggio sia del brand sia del professionista.
Capirai bene, allora, perché per un brand è indispensabile affidarsi solo ad un professionista che reputa capace di interpretare e di approvare la sua mission e la sua vision e, dall’altro punto di vista, per un professionista è importante accettare di mettersi al servizio esclusivamente di quei progetti che sente possano appartenergli. E proprio questo è uno dei motivi per cui trovo che la scelta di diventare un Freelance possa rivelarsi particolarmente vantaggiosa per chi lavora nel Web.
Ecco, allora, la ricetta della felicità per brand e professionisti del Digital: rispetto e fiducia, accompagnati da una buona dose di sensibilità e intelligenza e, soprattutto, la consapevolezza della reciproca necessità e la capacità di prendersi cura dell’altro faranno del bene al professionista, al brand e ai clienti, generando un proficuo circolo vizioso e virtuoso di soddisfazione e benessere. Di tutti e per tutti.
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15 Maggio 2015, 17:02
Molto bello il concetto della consapevolezza della reciproca necessità, Ludovica. Che in fondo, se vuoi presuppone anche una buona dose di umiltà, stimolo a migliorarsi ulteriormente…
15 Maggio 2015, 17:26
Dici benissimo, Paola! Anche per questo il circolo che la consapevolezza della reciproca necessità innesca è particolarmente vantaggioso e virtuoso per tutti quanti 🙂
15 Maggio 2015, 19:05
Considerazione, rispetto e cura. Sembra così semplice ma non lo è. Complimenti Ludovica per l’articolo che stimola riflessioni su opportunità professionali e non che spesso ci lasciamo sfuggire senza nemmeno accorgercene
15 Maggio 2015, 19:29
Ciao Rocco! 🙂
Sai, a volte la soluzione a gran parte delle nostre difficoltà è semplice e a portata di mano, eppure fatichiamo a vederla.
Ti ringrazio tantissimo per il tuo contributo! 🙂
Alla prossima,
Ludovica
16 Maggio 2015, 7:51
ottimo post, Ludovica! Prendersi cura, rispetto, diversità, consapevolezza delle reciproche necessità… Verbi quotidiani per me e con piacere noto che stanno entrando sempre più anche in articoli e post di professionisti come te. grazie! Abbiamo molto bisogno di human2human!
16 Maggio 2015, 9:08
Grazie mille, Gloria!
Lo humnTohuman è uno degli aspetti che più mi affascina del Web e del Marketing contemporaneo. Kotler (ieri alla Bicocca) ne aveva parlato già diversi anni fa, finalmente pare che anche noi oggi cominciamo a volgere seriamente la nostra attenzione verso queste prospettive.
#HumanIsSexy, no? 🙂
Ti abbraccio Gloria!
18 Maggio 2015, 11:05
Rispetto e considerazione sono tra le cose che più necessitano al giorno d’oggi. Un poste “vero”. Grazie
18 Maggio 2015, 11:28
Benvenuto Ferruccio! 🙂
Vero, è un aspetto del vivere sociale e professionale che troppo spesso dimentichiamo. Togliere un po’ di polvere può aiutarci! 🙂
Ti ringrazio per il tuo contributo e ti aspetto per il prossimo post,
Ludovica
15 Gennaio 2016, 8:20